venerdì 14 dicembre 2012

Diavolo di Tasmania

DIAVOLO DI TASMANIA (Sarcophilus harrisii)




Phylum: Cordati
Subphylum: Vertebrati
Classe: Mammiferi
Infraclasse: Marsupiali
Ordine: Dasiuromorfi
Famiglia: Dasiuridi




Il diavolo di Tasmania, o diavolo orsino, è un mammifero di dimensioni medio-piccole che popola esclusivamente la Tasmania, un'isola a sud dell'Australia.
Lungo circa 80 cm, di cui 25/30 cm spettano alla coda, pesa mediamente 8/10 kg e presenta un'altezza di 30 cm circa al garrese. L'aspetto è tozzo, la pelliccia è nera con muso nudo e brunastro, parte interna delle orecchie anch'essa nuda e rosata e una caratteristica falce di colore bianco che va da una spalla all'altra passando sotto la gola (non sempre presente), più un'altra banda più piccola presente sul dorso, prima della coda. Le femmine sono leggermente più piccole. La dentatura è impressionante, robusta e adatta allo scopo: frantumare le ossa delle carogne.
Deve il suo nome e la sua cattiva reputazione a innumerevoli fattori; innanzitutto, anche se è grosso più o meno come un gatto, ha coraggio da vendere: attacca e uccide spesso prede più grosse di lui, è estremamente aggressivo e territoriale, ha la pelliccia quasi del tutto nera e quando è di cattivo umore, o lotta per difendere il suo territorio, emette versi striduli e urla agghiaccianti, udibili anche a grandi distanze. Per questi motivi, i primi coloni lo chiamarono "diavolo".
Il diavolo inoltre, come già detto, ha una grande forza nelle fauci, e per quanto concerne i mammiferi, nel rapporto fra la forza della mascella e le dimensioni del cranio è secondo solo alla iena maculata. E' capace addirittura di spezzare le ossa delle prede usando le mandibole e i denti affilati.
Anche l'accoppiamento dei diavoli è violento, in quanto il maschio violenta letteralmente la femmina, mordendola sulle orecchie e tenendola ferma con la forza. I diavoli sono anche dei veri e propri spazzini, e oltre che predare altri mammiferi se trovano delle carogne non si fanno pregare: spesso e volentieri, in questo caso, si scatenano delle furibonde risse, condite da urli e strilli, per accaparrarsi il diritto di mangiare per primi. Davvero un caratteraccio!
UN ADORABILE BRONTOLONE
La gestazione è un fatto davvero strano per quanto concerne questa specie, siccome la femmina partorisce dai 20 ai 30 piccoli: trattandosi di un marsupiale essi sono minuscoli, poco più che dei feti. Devono arrampicarsi dalla vulva fin dentro al marsupio, che si apre posteriormente, ma al suo interno vi sono solo quattro capezzoli: i primi quattro piccoli che arrivano sopravviveranno attaccandosi a poppare e lasciando di fatto i loro fratelli a morire. Per cui, di 20/30 piccoli poi ne sopravvivono sempre e solo quattro. Una dura selezione naturale che praticamente avviene già prima ancora di venire al mondo.
Il diavolo, fino a qualche secolo fa, era diffuso in tutta l'Australia. L'introduzione del dingo da parte dell'uomo lo ha letteralmente spinto all'estinzione, e adesso la tasmania resta la sua unica roccaforte. Dapprima molto diffuso in tutta questa piccola isola, ora anche qui è minacciato di estinzione: innanzitutto gli esseri umani lo hanno cacciato a lungo poichè lo accusano di fare strage nei pollai, ma in realtà questo odio è ingiustificato. L'uomo si impadronisce di spazi vitali accampando diritti che non ha, e questi "contatti" sono inevitabili. Il diavolo, se può, preferisce sempre cacciare la sua preda o in ogni caso avvicinarsi il meno possibile all'uomo. Proprio per la sua propensione alle carogne rimane spesso ucciso dalle automobili, siccome usa fermarsi sulle strade per nutrirsi di wallaby e altri piccoli animali rimasti anch'essi uccisi. Come se ciò non bastasse, l'effetto a "collo di bottiglia" (impoverimento genetico dovuto alla forte diminuzione della popolazione, con relativi inevitabili incroci fra consanguinei) ha provocato anche un forte indebolimento della specie. Fino a pochi decenni fa, c'erano ancora 100.000 diavoli in Tasmiania: oggi la popolazione si è ridotta del 75%. Come se tutto ciò non bastasse, un tumore alla pelle e ai muscoli della testa, infettivo (unico caso di tumore infettivo conosciuto in tutto il regno animale), sta facendo strage fra i diavoli decimandoli. La causa, indiretta, è sempre da ricondursi all'uomo: si pensa che tutto derivi da sostanze chimiche pericolose immesse nell'ambiente tramite pesticidi, ma non esiste una prova definitiva. Per ora gli studiosi hanno solo potuto isolare i pochi esemplari sani sperando di tenerli come "riserva genetica" nel caso in cui il tumore facciale stermini tutti gli altri esemplari. Ora, i pochi diavoli restanti vivono nelle foreste più fitte della Tasmania o in alcune riserve che si dedicano alla riproduzione e alla reintroduzione. Speriamo che questa specie non sia l'ennesima vittima dell'uomo, visto che il diavolo è davvero un animaletto unico e visto che in Tasmania si è già verificata una grave estinzione in tempi recenti: il tilacino, un lontano parente proprio del diavolo.

Nessun commento:

Posta un commento